| Beh, che dire? Grazie di cuore… Ho scaffalato, perché è dovere mio farlo, se si ricevono le tre segnalazioni(bontà vostra, miei signori!:-) e piacere immenso perché è un piccola storia che amo molto. L’avevo messa in Laboratoriamo solo e soltanto affinché, con unghie e denti, ma graffi e mozzichi pietosi;-), voi vi scatenaste, maestri e padroni di metrica e musicalità!:-)
Devo dire che è rarissimo io mi accinga alla rima, ma questa, quando la scrissi, la sentii necessitante di una cadenza oso dire quasi da militanza epica, da fanfara militare, se volete, seppure non volevo che se ne perdesse il tono intimissimo del dolore e dell’impegno.
Melà ha colto un elemento che, volutamente, lo ammetto, ho tenuto in sottotono: ovvero un lievissimo, umilissimo e leggerissimo parallelo proprio con l’ascesa al Calvario di Nostro Signore, per me uno dei passi più belli degli Evangeli, perché ci dona l’immagina della Passione laddove Cristo sembra davvero perdere quella Sua perfezione di Figlio di Dio per la sua volontà di abbarbicarsi alla più modesta ed imperfetta soglia di Figlio dell’Uomo. Lo vediamo appunto nelle tre cadute lungo la via del Golgota e, anche, in quello che per me resta e rimane la più bella e commovente figura della Passione, ossia quando, ormai stremato, egli grida a Suo Padre “Elì, Eli, lama sabaktanì?!” Ossia: Padre, Padre, perché mi hai abbandonato?! Questo ci insegna (come fece anche Karol Wojtyla figura di cui ho raccontato e detto umilmente nel mio “Calvari”) che nessun uomo, anche se questi è Gesù, può resistere sempre perfetto ed impavido, di fronte alle cose più grandi di lui. Eppure poi sappiamo che alla fine Egli risorse ed ascese al Cielo, ma questo è un altro dire e mi scuso per la digressione,: son logorroico e se mi si chiama al cimento non mi ritraggo, nevvero?;-)
Tornando appunto al significato più immediato… Non è vero che sono parole al vento, Sensei; affatto! Anzi, averla postata era un omaggio a voi poeti che vi impegnate ad insegnare, in realtà.
Siccome nelle mie cose è raro sentire e trovare rime e cose del genere, mi son detto: una base di lavoro e revisione decente la potrebbero trovare per poi, passo passo (sono un... poetry dummy, vedete di ricordarvelo, please!:-), senza mettere schemi AA-BB-BB e cose del genere, per me incomprensibili e noiosissime, aiutarmi a capire come si fa a sentire e scrivere meglio, tutto qui. Perché ho scelto questa? Molto semplice: perché appunto era fatta con rime alternate e, in secundis (o primis, direi!;-) perché il commento di Vittorio dell’altro giorno su quella famosa canzone, mi ha un poco ricordato (vagamente, okay!:-) il passo di questa paginetta…
Non ho pretesa alcuna di esser poeta né mai lo diventerò, credo, ma almeno provo ad imparare a migliorare, laddove fin troppe persone sono convinte che io ci sguazzi, nella mia ignoranza.. Non solo in poesia, ma questo è il tema e mi attengo!:-)
Non sopporto, è vero, coloro i quali antepongono metrica e musicalità al contenuto. E’ la stessa cosa degli haiku e compagnia bella… Ho fatto le tre righe con giuste sillabazioni, ergo che volete da me? E’ un Haiku, amen!
No, invece no! Assolutamente no!
Infatti, come il Sensei ci sta insegnando, avendo anche tollerato i miei alti lai di rabbia che sono alla fine i finthaiku (nati non per prendere in giro questa poetica che non amo sempre ma che riconosco come importante e rispetto, ma proprio perché trovo offensivo e ridicolo come essa viene stravolta in Occidente da molti e troppi che padroneggiano sillabe e metrica sfanfareggiando di essere grandi poeti e venendo acclamati per tali, mentre invece scrivono emerite stronzate.. Perfin peggio delle mie, ho paura e scusate il francesismo! Ahah!).
In realtà perfino io amo la poesia, signori cari, solo che non ho i mezzi mentali, i neuroni giusti per appassionarmi a metriche che nascono dalla Matematica, scienza che non capisco e non amo da sempre (mi Nonna era docente di Pianoforte a Santa cecilia.. ti pare io abbia imparato a suonare? Nein, perché anche la musica, alla fine è matematica, ergo sono sordo a quel discorso, e purtroppo... non mi chiamo Beethoven!:-), Ecco qua disvelato il “Grande Segreto" per il quale non riesco a far buone liriche.
Ma se trovassi chi, con santissima pazienza e linguaggio per poveri decerebrati infantili mi desse una mano, non escludo che qualcosina più decente alla fine verrebbe fuori, pur sempre restando nel campo della mia amata proesia, ché alla Poesia manco pretendo di avvicinarmi!;-)
Grazie davvero di cuore… Any
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