Storie di Carta

Recensione a "Placebo d'amore", di Lapè (racconto vincitore della Crociera con tema: "La prima volta che"...)

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/9/2023, 14:28
Avatar

Capo della Corporazione del Vascello, a lui tutti devono fiducia, lealtà, ma soprattutto rispetto. A lui spetta l’intrattenimento delle Sirene e delle altre Creature del Mare, nonché di tutti i Fantasmi e le Fantasmine d’Autore.

Group:
Nostromo
Posts:
27,472
Location:
Molti luoghi.. nessuno dei quali, in fondo, mi è poi tanto lontano!:-)

Status:


Video


placebo.webp





Carissimi amici Fantasmi e Fantasmine d’Autore, di concerto con il perfetto (nella sua ben cesellata imperfezione) Don Blasco de “I Viceré”, eccomi a voi per salutarvi con l'ormai classico…
SALUT’A NOI!

Tutti voi, membri della ormai assottigliata Ciurmaglia (numericamente, ma non per qualità e passione, al diavolo e al... Principale piacendo, corpo di mille bombarde!:-), sapete perfettamente ciò che in questa estate, torrida e un poco folle è accaduto; forse forse anche in un certo senso restando in tema con l'enunciato della ormai scorsa Crociera, vinta dalla PE con il racconto (per me bellissimo!) che qui umilmente e timorosamente vado a recensire.

E' stata in fondo appunto la " Prima volta che..." ho dovuto per ben tre volte incidere con lo stilo sulla tavoletta di cera della Bannatio Memoriae i nomi di altrettante persone.

Ho voluto, come sapete fino alla noia (queste note diverranno pubbliche, ergo per chi dovesse salire a bordo per... la prima volta, esse costituiscono le croccanti pagine del nostro Diario di Bordo, ed è quindi giusto che io faccia chiarezza imbandendo una seppur rapidissima memoria per i nuovi mozzi, mai così eventuali ed auspicati ad un tempo!:-) alla noia, dicevo, utilizzare il termine persone e non utenti o nick, perché per me nessuno di noi è altro che persona, viva e reale.


Io non ho ancora capito cosa caz.. ehm, caspiterina la gente voglia da questo Vascello che tutti affermano di amare, e poi invece diventa una sorta di pisciatoio dove scaricare le emoglobine della rabbia, della stupidità, del malcostume cafone, dell'invidia e dell'affermazione di se stessi, che (e)rutta feroce quando poi essa non trova lo stesso entusiastico consenso sulle proprie opere che altre volte giustamente gli è stato invece tributato.

Manco a dirlo (ma è sempre meglio dirlo, non si sa mai!:-) hic et nunc che nessuno dei presenti è coinvolto, è ovvio.
Lo dico solo perché non si sa mai e se sale a bordo un nuovo amico o amica, sappia che qui va tutto bene... o quasi, daje!:-)

Del resto, sapete benissimo come sono andate le cose.

Anyway, tanto dovevo dire e tanto ho dunque scritto: non ho proprio voglia di approfondire e rivangare.

Chi lo desiderasse, potrà comunque agevolmente fare lo forzo di leggere e documentarsi nonché se vuole ovviamente dire la propria, come sempre gradita, ci mancherebbe!), per me questa questione è comunque chiusa e non ho alcuna voglia di continuare a dirne, salvo che non diventi necessario; in questo caso, son sempre qui, grugno al vento e all'onda salsa (anche chi è bannato può tranquillamente inviare MP, quindi...)

Dal bravo Nostromino vostro, non mancherà come sempre sollecita risposta, lo sapete perfettamente.

Passiamo ad altro.

Immagino che tutti comprendiamo che il discorso deve necessariamente tornare a bomba, nel senso che, passata anche questa tempesta (lo è stata, anche se... in un bicchiere di rum!:-), non odo gabbiani far festa!;-)

Purtroppo se così continueranno ad andare le cose, sempre più vedremo non...

Video

Perché la Nave, ossia il nostro Vascello, sta davvero facendo Seppuko, ahimè!
Vero, verissimo, siamo Pirati e Fantasmi e Fantasmine d'Autore, quindi, diremo semmai con Madama Butterfly...

"Con onor muore chi con onore vivere non può!"


Video

Ma ricordiamoci che allora potrebbe essere troppo tardi affinché quel salvifico "Piccolo dio" che poi nel caso nostro è la comune Passionaccia per Sua Maestà la Parola di cui è Gran Vizir e Somma Ambasciatrice la Scrittura, possa compiere il miracolo della vita che nell'opera del Sor Giacomo non riesce a compiere.

Sono stato insultato, deriso e fatto oggetto di più o meno dichiarati "Mavaffanculovà!" per le mie continue esortazioni a darci tutti più da fare perché come spesso ho detto -e ribadisco!- non si deve chiedere al Vascello cosa esso possa fare per noi, ma bensì cosa noi possiamo fare per esso, ergo per tutti noi, lo sapete tutti.

Non mi arrendo e non mi rassegno: la Jolly Rogers sventolerà sempre e comunque sul pennone dell'albero di maestra del nostro Legno di piratesca gloria onusto.
Ritengo però ancora una volta necessario chiederci - intendo a tutti, nessuno escluso: me per primo- se stiamo agendo nel modo più commendevole e giusto (poeta, io!:-)

Ritengo qui a bordo non ci siano vere falle strutturali, ma solo un lassismo un po' affettuosamente menefreghista, come a dire: "Vabbè, daje Andy, ti capisco, ma cosa ci posso fare se il mondo davvero gira al contrario, come dice Vannacci?"

(Sul libro del Generale vorrei come forse sapete, aprire una solluccherosa Chata, tanto per stupirvi! Ahah!)

Ora però son qui e scusate quindi la citazione di stretta attualità: magari mi sarà utile per farmi memoria.

Ah, quante cose vorrei scrivere su diversi argomenti... magari pure un racconto sui Ribelli, chissà?😁😀

Se magari mi date una mano, aprite pure il discorso che poi io dalla vostra porta se invitato entro volentieri!
Semmai mi autoinvito, perché no? :-)

E' verissimo: oggi come oggi tenere a galla un Vascello come questo non è facile per molti motivi, ma se volete, visto che il tempo stringe, datemi una mano o magari... l'uncino, diffondendo, condividendo, facendo come dico sempre un po' di casino che male non può fare e poco sforzo richiede.
Infatti nelle peggiori osterie angiportuali- ossia il Web, le nostre mailing list, eccetera- il riverbero delle vostre e nostre azioni è sicuramente foriero di nuove penne, okay?:-)

Bene, alla via così ed ora eccoci subito subito a prendere il toro per le corna (ma solo per dargli un bacetto, ché da noi le corride sono aborrite, pussa via!) e ad affrontare quindi un racconto molto bello ma non certo facile...
Per aspera ad astra, giusto?

E allora daje, ché non è cortese fare aspettare una signora che attende.

Spero di non rovinare troppo il suo racconto, ma sa bene la PE che io la recensione la scrivo sempre con affetto e al meglio delle mie scarse capacità...

Chi si contenta -del recensore- gode; almeno così sperèm!
Daje si parte! Ahah!





"Placebo d'amore", di Lapè


https://storiedicart.forumfree.it/?t=79782444







E dunque...
Onestamente mi fa piacere rileggere i commenti in gara, specialmente quando vado a recensire, e devo dire che noto come anche la stessa Autrice oggi in recensione ha ben giustamente detto che il tema era difficile, seppur bellissimo, aggiungo io (così del resto sono in genere i temi suggeriti dalla nostra Crazy Cappy Cappy, che oltre ad esser Tagliagole dei Pirati, ha anche occhio saldo e olfatto fino per scovarne, mentre quelli che offro io sono spesso più semplici, anche se non necessariamente facili...
Devo anche ammettere che "Ribelli" è un gran tema sotto ogni aspetto, quindi onore a lei anche stavolta: giustissimo!:-).

Un tema, si diceva, che comunque tutti gli autori Croceristi hanno saputo affrontare con bel piglio (vale anche, lo dico per onestà intellettuale, per i due racconti esclusi dalla gara per i suddetti motivi comportamentali)...

Ancora una volta, pochi (manco tanto a dire il vero, visti i tempi procellosi!:-) ma buoni, anzi ottimi!
Insomma, grazie a tutti voi, sempre e come sempre!

Bene, e allora eccoci di fronte ad un racconto tipicamente firmato PE (non son bravo con il Totoautore, come ognun sa, ergo manco mi ci provo a tirare a indovinare.
Tuttavia, ripensandoci devo dire che qui la trama e l'ordito del racconto erano intrisi del suo profumo; una essenza di grande empatia e forza stilistica, già!).

La scrittura, anzi meglio: lo stile della Nostra non è affatto inconfondibile, perché lei è piuttosto proteiforme e sa passare dalla comicità più sottile al dramma che lascia un segno, laddove ciò che lei ricrea nel suo narrare è spesso lo stesso che molti di noi hanno vissuto, in prima persona oppure no, ma conoscono comunque fin troppo bene, magari per indiretta esperienza, e questo vale tanto per la lacrima di riso e di gioia quanto per quella di commozione e condivisione, perché la bravura dello scrittore è anche, tra le tante necessarie - ma non sempre così comuni, ahimè!- quella di saper trasportare nelle emozioni evocate il lettore più estraneo.

A proposito di prima persona, noto che anche stavolta, come spesso ama fare, la PE usa proprio questa forma narrativa, tanto bella quanto difficile ed insidiosa, come ho detto mille volte.

Ora, è ovvio che qui non ci troviamo di fronte ad un dramma accomunabile al famoso romanzo di Dostoevskij "Memorie del sottosuolo", con il quale, va premesso, nessun punto in comune possiamo ritrovare nel racconto in questione, salvo appunto l'uso forte, temperato ma molto incisivo della famigerata ed amatissima prima persona, e forse una lappata plasticamente espressa al dolore introspettivo, già!

Qui, e lo vorrei dire a priori, ci troviamo di fronte ad uno di quei casi (rari e non sempre fortunati come invece capita in questo caso) in cui il narratore omodiegetico è in una qualche misura sostenuto da almeno un altro convitato di pietra che, pur senza dire alcuna parola, si pone come un secondo narratore, stavolta eterodiegetico, ossia Flora.

Mi scuso se ho anticipato il nome di uno dei due protagonisti (esisterebbe anche un secondo Convitato, ossia la madre del narratore, ma diciamo che quella possiamo tenerla indietro, anche se esiste e ha un suo ruolo piuttosto importante nella storia. Meno forse nella narrazione intesa strictu sensu, ergo la lascio un po' in disparte).

In realtà sto facendo i salti mortali per non anticipare quasi nulla -o almeno molto poco- del racconto in sé, perché è una storia talmente particolare che ritengo sarebbe bello i lettori vi si accostassero senza alcun pregiudizio causato da qualche mia incauta parola;-)

Diciamo allora che ho voluto fare come nei romanzi (es. quelli de: "Il Giallo Mondadori", per dirne una ) ove in una pagina dedicata è sciorinato l'elenco dei personaggi principali che il racconto mette in scena.
Qui solo due,ma sono più che sufficienti.

Non è un costume che mi veda sempre concorde, ma qui scantonerei in un altro dire che comunque può essere un bell'argomento di Chata, ergo vedete voi, miei piccoli ed amati lettori, se volete parlarne: io come al solito sono a disposizione, ovviamente!;-)

Tornando -non dirò proprio al racconto, la cui trama vorrei appunto cercare di disvelare il meno possibile- a noi farò riferimento al tema della Crociera che, come si sa era: "La prima volta che..."

Basterà leggere i commenti (alcuni dei quali una delle autrici ha pensato bene di cancellare, ma comunque dalle mie risposte -che indubbiamente ora sembrano rivolte al Nulla... Grazie, neh? :rolleyes: :D - credo si possa comunque evincerne senza sforzo il senso, suvvia!:-) per comprendere come il detto enunciato sia stato, quanto alla sua aderenza in questo racconto, un po'... borbottato, più o meno palesemente.

Io invece trovo che un tema così apparentemente facile e invece molto complesso da portare avanti, sia davvero stato colto dalla PE, cosa sulla quale non avevo dubbi, essendo lei molto... volpina nel girare le cose con sapiente maestria, il che le va riconosciuto, con merito suo e piacere mio:-)

Infatti il protagonista Io narrante coglie ogni petalo della sua straordinaria (ma purtroppo non così rara) condizione patologica come una prima volta e ce ne racconta fin dalle prime battute del suo percorso di persona (lo dico o non lo dico?... Massì, lo svelo, daje!;-) persona disabile; anzi, "infelice" come lei stessa scrive (un plauso!), evocando un termine oggi non facilmente proponibile al pubblico, tutto (no, tutto no, per fortuna: diciamo in maggioranza,!:-) orientato al politically correct.

Infatti un termine come "persona infelice", ergo affetta da handicap, era assai in voga quando ero piccolo io, ossia nel Giurassico!:-)

Ho avuto la possibilità di conoscere diversi bimbi di allora che erano affetti da malattie genetiche e di fare poi un piccolo ma assai sentito percorso di volontariato con i cuccioli affetti dalla Sindrome di Down (dire mongoloidismo oggi fa rizzare i capelli in testa a un po' troppa gente, ma su questo ci torno tra un attimo) e devo dire che, soprattutto per questa particolare malattia il termine di cui in parola è proprio fuori luogo, visto che costoro sanno essere felicissimi pur sopportando e nonostante il peso di questo tragico sovraffollamento di cromosomi in eccesso nel loro DNA.

Epperò, ritengo onestamente che coloro i quali sono affetti da altre forme di malattie genetiche, dalla miodistrofia, alla sclerosi a placche, alla talassemia, tanto per ricordane alcune, non credo in effetti possano non soffrire di una certa infelicità.

Ora, chi mi ha letto spesso sa che ogni tanto ricordo un certo accadimento di un cinquantennio fa, più o meno: una signora scrisse al "Washington Post", giornale non esattamente orientato politicamente al conservatorismo, come è noto (è lo stesso quotidiano che denunziò lo scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon, tanto per fare memoria), per raccontare la sua paurosa esperienza con il tumore.
Il giornale le rispose cortesemente e con molta partecipazione, precisando però che avrebbero ben volentieri pubblicato la sua testimonianza, ma solo a condizione che, invece della parola "Cancro" lei accettasse di usare per esempio "brutto male" o altro termine meno brutale nei confronti dei lettori.

Ora, chiedendo scusa alla stessa PE, vorrei dire che molte volte questa cosa di nascondere certe parole sotto al tappeto come si fa con la polvere, costituiscono un vulnus alla lotta contro cose che vanno invece estirpate, siano esse malanni fisici o anche sociali, vedasi stupri ed altre indegnità aberranti.

Salvaguardare le vittime è il minimo sindacale, ma dire chiaramente che questi sono delinquenti inaccettabili o che il cancro è il cancro (e certe espressioni umane tali sono, appunto per il tessuto sociale, tra le altre cose), è molto importante, perché anche una parola sgradevole che fa digrignare i denti, può servire a non minimizzare e dunque a far sì che tutti noi reagiamo con maggiore forza nel segno del famoso e -a me tanto caro e necessario- Sacro Dovere dell'Inquietudine.

Bon, divagazione e ot a parte che come al solito mi caratterizzano, torno al racconto, pardon!:-)

Come dicevo, stiamo parlando -inutile tenerlo nascosto- di una persona che soffre appunto di una malattia genetica che la immobilizza a letto (sembrerebbe una tetraplegia, ma poco conta, nel presente contesto).

Il nostro protagonista Io narrante, in un dialogo che vedrei molto volentieri recitato come un monologo teatrale con un'Ombra silente ma presente seduta vicino al capezzale (Flora, appunto) e il letto illuminato da un occhio di bue che narra, in un sapiente gioco di luce, i contorni segaligni e scolpiti dell'uomo che vi abita e parla tra sé, ma forse non solo per sé.

Sì, perché il Male lo ha colpito duramente nel fisico ma affatto nell'intelletto (e qui sorge spontaneo il solito dilemma: sarebbe meglio per una persona così affetta, di esserlo anche nel cervello, al punto di non comprendere quale sia la sua qualità di vita o invece -come dimostrano i tanti casi di geni piagati ma non piegati dalla malattia- non sia, questa sofferenza cosciente ed intelligente, un viatico per rendere meno dolorosa e tragica la loro tragedia?
Un esempio per tutti: Alan Turing, genio matematico che riuscì a decifrare e dissezionare la formidabile macchina "Enigma", con cui i tedeschi criptavano i loro messaggi durante la Seconda Guerra Mondiale; ma certo che questo non è il solo caso, va detto. Basti citare i tanti soggetti autistici, i quali spesso nascondono abilità mentali incredibili!).

Il nostro eroe infatti è laureato e appunto è quello che definirei uno spirito indomito.

Intendiamoci: non è un supereroe, ma semplicemente un eroe quotidiano, quindi egli non sublima ogni suo problema rendendosi protagonista di chissà quali straordinarie scoperte ed avventure al limite del incredibile (un esempio per tutti: l'infallibile investigatore paraplegico Lincoln Rhyme, creato dalla penna di Jeffery Deaver).

In verità egli, nelle sue tante prime volte, combatte come può e ha il coraggio di mettersi a nudo, cosa ahimè sempre più rara nelle quotidiane maggioranze umane.

Qualcuno, bontà sua, ha certamente letto un mio pezzullo in cui paragonavo il criticatissimo (da alcune menti ottenebrate da non so quale dispettosissimo poltergeist intellettuale) atteggiamento del nostro Santo Padre Giovanni Paolo II, detto a giustissima ragione "Karol il Grande" che, in perfetta Imitazione di Cristo, si espose, ecce homo, con la sua malattia, arrivando perfino ad un commovente gesto di stizza quando, affacciato alla finestra dell'ospedale sotto alla quale i fedeli erano riunti in preghiera, si rese conto di non riuscire ad emettere altro che qualche suono incomprensibile...

Che meraviglioso esempio di caparbietà della Fede!

Bene, invece nel nostro protagonista (giustamente anonimo; non dimentichiamo il giusto esercizio di questo escamotage letterario, qui usato in modo molto saggio) non vi sono tracce di Fede confessionale, ma piuttosto di una... comunione laica che fa giungere il suo importante messaggio, attraverso una... mela!
Sempre lei, la Mela, già.

Curioso: la mela del Giardino dell'Eden, foriera della divina punizione per il Peccato di Adamo ed Eva, qui diventa il trait d'union tra un uomo che soffre e una donna che, quasi senza preavviso, gli piomba in casa, anzi si appollaia nella sua intimità vicino al letto, e gli offre il frutto della conoscenza, o meglio il seme per una conoscenza.

Una conoscenza reciproca che deve per forza di cose diventare la pianta della fiducia, della simpatia, della difficoltà dei rapporti che, gemma dopo gemma, mela dopo mela (quando non saranno le prugne, i cui effetti su una persona allettata io ben conosco, tra le altre cose, ma non divago oltre, sennò poi la PE mi stronca peggio del solito quando commenta i miei racconti! Ahah!), porterà Flora a divenire una presenza non certo sostitutiva di questa grande Mamma ( e lo è, come si evince dalle lievi ricorrenze di memoria che il figlio immobilizzato le dedica affettuosamente qui e là), cosa che mai dovrebbe accadere, per esempio nei rapporti coniugali o quando ad un Pelosetto ormai scomparso se ne deve, direi quasi necessariamente (campano sempre toppo poco, loro!), accostare uno nuovo.

Nessuno può sostituire e/o incarnare un amore precedente che ha terminato il suo percorso in questa imperfetta e al tempo stesso fantastica Vita terrena, ma al contrario ci deve essere sempre un nuovo percorso, una nuova avventura, e qui (mi) ci starebbe bene anche riflettere in una disamina dei rapporti affettivi con rive e derive, ma lasciamo stare, sennò poi dicono -le malelingue!:-)- io sia logorroico.
Ma quando mai?! Ahah!

Insomma, Flora non è certo la mamma del protagonista, ma è una mamma (mancata, ahimè!) e una donna che ha sofferto e che però -forse per questo o almeno anche per questo- sa essere presente, come davvero qualche angelo umano a volte sa essere.

Lo dimostrano ogni giorno uomini e donne che hanno scelto la durissima vita dell'infermiere, ma anche gli OSS (acronimo di Operatore Socio Sanitario, termine che non vuol dire nulla e nulla spiega, nella sua freddezza burocratica, cosa davvero voglia dire questa missione, quando essa è colta e vissuta in tal mirabile guisa da chi ne incarna il vero spirito) e i tanti anonimi badanti -essi lo siano di professione o semplicemente per affetto-quale sia infine il rapporto che li lega alla persona disabile.

Flora dunque è lì, e certo non è meno di una colonna, di un muro portante per far sì che il Nostro non si fiacchi mai NELLO spirito (vedasi a tal proposito la Chata commentizia:-) come invece ovviamente lo è nel fisico.

Avevo detto che non avrei voluto più di tanto svelare la trama, ma mi accorgo che, se non lo avessi fatto, avrei parlato d'altro e questo non sarebbe stato giusto, perché questo racconto è talmente delicato e leggero nella sua drammaticità coinvolgente, che potrebbe serenamente finire sul piatto di quella bilancia sulla quale gli Egizi sostenevano sarebbe stata pesata l'anima del defunto nel Giudizio finale, facendo inclinare il piatto contenente la proverbiale Piuma di Maat piuttosto che il suo.

Vorrei chiudere la mia (im)modesta recensione, accennando alla bellezza del finale -il quale tra parentesi già avrebbe meritato la Biblioteca di per sé - che, scivolando... Adagio (vedi commento musicale:-) in un sonno umido di lacrime e magari di un auspicabile nepente onirico, ci dona davvero una chiusa di bellezza che fa venir voglia, rivolgendosi alla nostra Autrice, di unirci al Bambino (chissà, forse è l'archetipo infantile che viene ricordato nella canzone "Auschwitz") narrato da quel grande erede di Fedro e di Esopo che è Francesco Guccini...

"Mi piaccion le fiabe... raccontane tante!"



Grazie, ancora una volta.
Andy



Video

Edited by AndreaEmiliani - 26/10/2023, 12:15
 
Website  Top
view post Posted on 14/9/2023, 09:47
Avatar

Pirata

Group:
Fan
Posts:
563

Status:
Anonymous


Buongiorno Nostromo, e grazie. :rolleyes:

di mio aggiungo solo questo:

" Quando morì mia madre, comunque, fu la prima volta che toccai il senso della parola disperazione."
l'ombelico del racconto è lì, dove il cordone si spezza, quando sopravvivere a volte significa nascere per la prima volta.

magari si può venire al mondo fisicamente perfetti ma cadere in disperazione una volta al dì, vuoi per un'unghia spezzata vuoi per un buongiorno mal digerito, allora non ci si arriva a capire che - fra tutte le prime volte di una vita - qualcuno considera fondamentale la "consapevolezza di sé" e non te la può narrare circoscrivendola in un unico episodio.

ps: la chata anche su Vannacci no, te prego
perché non è necessario, non c'è e non se ne sente il bisogno
 
Top
view post Posted on 14/9/2023, 10:07
Avatar

Capo della Corporazione del Vascello, a lui tutti devono fiducia, lealtà, ma soprattutto rispetto. A lui spetta l’intrattenimento delle Sirene e delle altre Creature del Mare, nonché di tutti i Fantasmi e le Fantasmine d’Autore.

Group:
Nostromo
Posts:
27,472
Location:
Molti luoghi.. nessuno dei quali, in fondo, mi è poi tanto lontano!:-)

Status:



Buongiorno a te e grazie...

Spero di avercela fatta, comunque ho fatto il possibile...

Prossima volta scrivi meno bene, così fatico di meno!😂

Ti dirò: per ragioni di tempo non credo riuscirò a scrivere quel pezzullo (devo ancora risistemare Mussillo e se trovo qualcosa da scrivere per la Crociera ribelle male non sarebbe, nevvero?☺️😀),ma non sono d'accordo con te...
Brevemente mi ribello e dico!😂

Ce ne sarebbe molto bisogno invece, perché non è questione politica,ma sociale.

Nel senso che al di là delle idee politiche (e purtroppo troppo spesso delle ideologie, ahimè!) idee politiche dicevo, mie,tue,sue e comunque del singolo,i temi (secondo me furbescamente e ben etero indirizzati,ma questo non si saprà mai) toccati dal generale, sono appunto temi sociali e dunque temi che alla società arrivano dritti sul grugno e allo stomaco, piuttosto che all'anima e al cervello.

Personalmente posso anche trovarne alcuni degni di discussione, anche se non necessariamente condividendo (salvo comunque la -come sempre per me insopportabile-rudezza da boscaiolo, che mi induce,pur non avendo letto il libro,a sostenere l reazione del ministro Crosetto. Questo è e resta un parere personale, ovviamente), ma resta anche che l'errore è stato il tam tam mediatico ( improvvidamente scatenato dalla Sinistra, sempre in cerca di terga da azzannare per colpire alla fine Giorgia Meloni, non riuscendo a trovare argomenti di discussione politica degni
di una valida opposizione) che come sempre invita allo scontro e all' acquisto... buon per lui,ma molto meno buon per noi, sempre secondo me...

Vabbè, appunto non credo ce la farò, quindi ringrazia sant'Italo e gli orari dei treni...😅

Magari i palinsesti si aggiusteranno e allora saranno vostri fattacci, altro che Vannacci!
Poeta,io! Ahahah!

Ciao e ancora complimenti!

Andy


Edited by AndreaEmiliani - 14/9/2023, 11:49
 
Website  Top
view post Posted on 14/9/2023, 14:29
Avatar

Mozzo

Group:
Fan
Posts:
196

Status:
Anonymous


Ebbravo il Nostromo... e sempre, e ancora, complimenti a Lapè!!!
 
Top
view post Posted on 15/9/2023, 11:24
Avatar

Capo della Corporazione del Vascello, a lui tutti devono fiducia, lealtà, ma soprattutto rispetto. A lui spetta l’intrattenimento delle Sirene e delle altre Creature del Mare, nonché di tutti i Fantasmi e le Fantasmine d’Autore.

Group:
Nostromo
Posts:
27,472
Location:
Molti luoghi.. nessuno dei quali, in fondo, mi è poi tanto lontano!:-)

Status:



Grazie, Selvuccia!
Non so se possa piacere,na è il mio stile...
Certamente scrivo sempre cercando di omaggiare prima di tutto il brano e poi l'autore.
Resta che senza un racconto bello e conseguentemente una bella penna, il recensore poco potrebbe fare.
Ma non è per converso la stessa cosa al contrario, perché una buona recensione difficilmente può essere scritta se il recensore scrivente non è convinto,per suo esclusivo gusto personale della valentia del brano.

È la ragione per la quale a volte preferisco siano altri a farle.
Non perché il racconto non sua buono,na se mi piace meno, comprendo di rendere un servizio meno adeguato del solito, non si sa mai !😀😁
Gracias!
Andy
 
Website  Top
view post Posted on 15/9/2023, 19:35
Avatar

Pirata

Group:
Curatori
Posts:
411

Status:


Emilia'... è sempre un piacere leggere le tue recensioni, così come è piacevole leggere la scorrevolezza cruda dei brani scritti dalla nostra Lapè.
 
Top
view post Posted on 16/9/2023, 08:53
Avatar

Capo della Corporazione del Vascello, a lui tutti devono fiducia, lealtà, ma soprattutto rispetto. A lui spetta l’intrattenimento delle Sirene e delle altre Creature del Mare, nonché di tutti i Fantasmi e le Fantasmine d’Autore.

Group:
Nostromo
Posts:
27,472
Location:
Molti luoghi.. nessuno dei quali, in fondo, mi è poi tanto lontano!:-)

Status:



Buongiorno, Madama la Dogaressa!
Grazie di cuore...

Sai, l'importante è scrivere come uno si sente, ovviamente ispirato dal brano.

La mia fortuna è che, essendo una merdaccia qualsiasi in ambito editoriale,non ho l'obbligo di fare come certi (a torto o a ragione) celebratissimi autori che a loro volta,per motivi di case editrici,premi letterari,eccetera, sono costretti a scrivere eccelse mirabilie delle opere dei colleghi, anche se magari non hanno letto un rigo delle stesse! Ahahah!

Poi se all'autore piaccia o meno la recensione e se essa sia bella,non sta al recensore dirlo,ma perlomeno io so che scrivo con affetto e con sincerità,il che non è privilegio da poco, già!😀😁

Sì,la penna della PE a volte è... ruvida,ma anche questo è un privilegio che si può permettere,vista la sua qualità!👏

Grazie ancora a tutti... Merito suo: io splendo di luce riflessa (e sennò chi me lo farebbe fare di faticare così per scrivere le recensioni? Ahahah!)...

Bèh, sempre luce è n'est ce pas?!😅
Andy
 
Website  Top
6 replies since 13/9/2023, 14:28   161 views
  Share